Cameroun – Akono

Progetto: Installazione pannelli solari presso la Comunità “Comme à Nazareth”

Responsabile: Marie Mengue

Circa 30 anni fa, mentre ero Maestro dei novizi della Provincia gesuita dell’Africa dell’Ovest, a Bafoussam nell’ovest del Camerun, Marie Mengue, una ragazza camerunese, originaria della regione di Yaoundé, la capitale, venne a chiedermi se potevo aiutarla a fare un discernimento importante per lei. Aveva un po’ più di 20 anni, e si sentiva chiamata a dare la sua vita a Dio. Per questo era entrata come postulante in una congregazione di suore, che aveva una comunità a Akono. Ma non si sentiva del tutto in pace. Percepiva in lei un desiderio profondo che non poteva realizzare come suora di quell’istituto. Mi chiese di aiutarla a veder chiaro in se stessa. Le proposi l’esperienza degli esercizi spirituali ignaziani. La scelta che ricevette dal Signore e che da allora vive con slancio ed efficacia, fu di lasciare la comunità religiosa in cui aveva cominciato a vivere, e di consacrarsi totalmente all’accoglienza e alla formazione delle ragazzine della sua regione di origine, che venivano nella città di Akono, per continuare gli studi. Nel 1995 creò il centro “Comme à Nazareth” nel quale da oltre 25 anni essa vive la missione che Dio le ha affidata.
Personalmente ho continuato a sostenerla, tanto nel suo cammino spirituale personale, quanto nella realizzazione del progetto CANA. Fino al 2002, anno in cui lasciai il Camerun, ci incontravamo abbastanza frequentemente, soprattutto quando, avendo terminato il lavoro di Padre Maestro dei novizi a Bafoussam, nell’ovest del paese, fui destinato ad una comunità gesuita di Yaoundé, a solo una sessantina di km da Akono.

Ogni anno il Centro “Comme à Nazareth” (CANA) accoglie tra 25 e 30 ragazze, provenienti dalle famiglie povere dei villaggi della foresta per studiare nelle scuole di Akono. Esse devono affrontare problemi molto seri. Se lasciate sole, rischiano di diventare spose ancora minorenni o di doversi dedicare alla prostituzione. Ed in quest’ultimo caso avranno da affrontare altri problemi, come le gravidanze indesiderate, gli aborti o le malattie sessuali gravi.
Il centro CANA si propone di accogliere e di favorire l’educazione globale delle ragazze accolte: il rispetto del proprio corpo e della vita; l’amore per un lavoro ben fatto; una sana gestione del tempo e dei propri averi; l’economia domestica.
La vita al Centro Cana è intensa: dalle 7,30 alle 15,30 le ragazze sono a scuola. Poi le più grandi collaborano alla coltivazione di ortaggi, all’allevamento di animali di piccola taglia e alla piscicoltura. Dalle 18,00 in avanti si studia e si fanno i compiti.
Il Centro richiede alle famiglie dei loro ospiti un aiuto in natura (cereali, arachidi, banane plantains) e circa 30 euro all’anno. In realtà sono pochissime le famiglie che contribuiscono. Da una parte, le famiglie sono molto povere e, dall’altra, c’è anche un condizionamento culturale. Le famiglie accettano di solito di far studiare i figli maschi, ma per le figlie ci si aspetta che siano rapidamente di aiuto alla famiglia, e non che perdano tempo ad andare a scuola!
Le ospiti del Centro sotto la guida della stessa Marie, si dedicano all’orto, all’allevamento e alla piscicoltura per provvedere alla propria alimentazione e per l’autofinanziamento.
Tutti questi sforzi, tuttavia non bastano. Da sempre un aiuto le è stato necessario, assicurato da amici e da ONG.

Ultimamente l’Associazione Mondo Nuovo l’ha aiutata a risolvere un altro problema, quello della fornitura dell’elettricità per il Centro. Le centrali elettriche camerunesi stanno crollando sia perché la domanda di energia aumenta, sia perché mancano i soldi per modernizzarle. Ho saputo che, negli ultimi anni, anche nella capitale Yaoundé o nella grande città portuale di Douala, ci sono dei quartieri che per settimane intere restano senza corrente elettrica.
Un messaggio recente, speditomi da Marie Mengue, dopo i lavori di installazione dell’impianto elettrico alimentato da pannelli solari per il centro CANA, ci dice: “Dietro di noi la città di Akono è nel buio. Ma noi abbiamo la luce!”
È una cosa splendida sapere che il vostro aiuto ha portato gioia e possibilità di lavorare e di studiare a quest’angolo perduto nella foresta camerunese! Un abbraccio e un saluto a tutti.
P. Dorino Livraghi sj


“COMME A NAZARETH” Progetto del Centro di Accoglienza per le ragazze dei villaggi della foresta circostante che vengono nella cittadina di Akono a studiare nei collegi

Descrizione della situazione
Akono è una piccola città situata a 60 km a sud di Yaoundé, la capitale politica del Camerun. Il 90% della popolazione di Akono è costituita da giovani provenienti dalle regioni limitrofe e da altre regioni per beneficiare delle strutture scolastiche esistenti (Liceo Bilingue di Insegnamento Generale, Liceo di insegnamento tecnico, Collegio STOLL e scuole elementari pubbliche e private [cattoliche], Scuola di Agricoltura, Centro di Formazione Femminile, Piccolo Seminario).  La città, in periodo scolare, ospita oltre 2000 studenti nella scuola secondaria e circa 1500 scolari nella scuola elementare.
Il contesto socio-economico e culturale è comune alla nostra Africa centrale. La nostra società sta vivendo un profondo cambiamento socio-economico e culturale come conseguenza della rapida crescita di una modernizzazione per nulla preparata. Molti valori come la solidarietà e l’ospitalità stanno scomparendo sempre di più. E questo è legato all’attuale contesto socio-economico che è molto precario. Di conseguenza, la maggior parte di questa popolazione giace nella miseria, mentre è spinta al consumo. E questo suscita dei comportamenti inappropriati.
La ragazza, che, tradizionalmente, non aveva molte possibilità di andare a scuola, sta diventando sempre più, per certe famiglie, un mezzo per soddisfare le loro crescenti esigenze materiali e finanziarie. Esse si trovano così esposte ai problemi della prostituzione, del matrimonio precoce, delle gravidanze precoci, talvolta con aborti e infezioni/malattie sessualmente trasmissibili, tra cui l’HIV/AIDS e le epatiti, che decimano molti giovani nelle nostre regioni.
Oltre al problema delle ragazze, si impone anche il fenomeno degli adolescenti orfani di padre e madre. Lasciati a se stessi, non possono soddisfare i loro bisogni scolastici e vengono a chiedere un aiuto.

Chi è la responsabile di questo progetto?
Marie MENGUE, iniziatrice del progetto, è nata in questo ambiente. Lei stessa ha sperimentato profondamente alcune difficoltà… costretta, a 22 anni, a seguire una scuola per una formazione professionale infermieristici, mentre avrebbe voluto continuare gli studi.
Dopo gli studi, ha lavorato per un anno, dedicando il suo stipendio all’educazione dei giovani intorno a lei. Entra in una congregazione religiosa per aiutare di più, ma sentendo che le sue profonde aspirazioni non potevano essere realizzate in quel contesto, si tirò indietro e fondò nel 1995 il Centro d’Accoglienza “Come a Nazareth”.  Oltre ai membri dell’Associazione, essa sta attualmente accogliendo alcune ragazze, antiche ospiti del Centro, che vogliono dedicare la loro vita al servizio dei bambini in difficoltà. E’ l’Associazione C.A.NA (Come a Nazareth), un gruppo di persone che hanno beneficiato dei servizi del Centro “Come a Nazareth”, e che vogliono ora dare una mano.

Gli obiettivi del centro
– Offrire una formazione globale, soprattutto alle ragazze che frequentano la scuola nelle istituzioni scolastiche esistenti. Un’educazione umana e morale che mira al rispetto del loro corpo e della vita;
– Inculcare loro l’amore per il lavoro (un lavoro ben fatto), formarle a prendersi cura di se stesse, e a contribuire attivamente alla loro propria crescita. Diventare delle leader.
– Educare alla gestione del loro tempo e dei loro beni;
– Educare alla vita cristiana;
– Il progetto educativo, in vista dell’autosufficienza alimentare – include anche attività extrascolastiche come il giardinaggio, l’allevamento e la piscicoltura;
– Sono anche chiamate a prendere loro stesse cura dei loro propri vestiti, delle pulizie di casa e della cucina.

Funzionamento del centro
Le istituzioni scolastiche di Akono operano secondo il regime della giornata continua, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 15.30.
Tra queste giovani ci sono quelle che hanno tra i 18 ei 20 anni. Al centro Comme à Nazareth, esse aiutano le altre nelle attività extrascolastiche. A partire dalle ore 18 comincia lo studio. Questo è il motivo per cui le loro giornate sono piene e a volte pesanti, specialmente nella stagione secca quando si fa il giardinaggio.
Le misure educative consentono ai giovani di provvedere ai loro bisogni con uno sforzo sostenuto e in modo responsabile.

Popolazione accolta nel centro
Il centro “Comme à Nazareth” accoglie ragazze giovani, molte delle quali provengono dalla zona rurale attorno ad Akono, da famiglie veramente povere. Talvolta anche delle bambine orfane.
Ogni anno, il centro accoglie nuove bambine oltre a quelle già presenti. L’effettivo annuale totale varia tra 25 e 35 giovani e bambine.

Le finanze
Il centro chiede ai genitori un contributo in natura (arachidi, manioca, banane-plantain, olio, pesce, riso…) e un contributo finanziario di 30 euro all’anno. Tuttavia, restano da affrontare molte difficoltà. Eccone alcune:
– il peso della cultura: la ragazza deve portare qualcosa a casa e non il contrario, e quindi i genitori mancano della volontà di sostenere le loro figlie negli studi;
– la povertà dei genitori stessi: spesso non riescono a partecipare a questo contributo e pensano che la ragazza, invece di fare qualcosa per la famiglia, perde il suo tempo per andando a scuola;
– per la sopravvivenza del centro, la responsabile del Centro, oltre alla supervisione delle giovani, coordina e lavora con loro i campi, il giardino, la piscicoltura e l’allevamento. Inoltre, aveva costruito una piccola casa con tre monolocali da affittare. (Ma gli inquilini non pagano regolarmente l’affitto e la manutenzione, e abbandonano il locale, lasciando danni considerevoli);
– la città, dove è stato costruito il centro, si affaccia su una zona acquitrinosa. In questo momento, dei lavoratori stanno cercando di preparare dei bacini per la piscicoltura.